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Mia, il nuovo reddito di cittadinanza: ecco cosa cambia
Addio al vecchio Reddito di Cittadinanza: da settembre arriverà Mia (Misura di inclusione attiva), il nuovo sussidio contro la povertà che secondo il governo Meloni farà risparmiare dai 2 ai 3 miliardi di euro l’anno. Ma ecco cosa cambierà.
Mia: tutte le novità sul nuovo Reddito di Cittadinanza
In un’intervista rilasciata il 6 marzo 2023 al Corriere, il Ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone ha annunciato l’arrivo di un nuovo sussidio ideato per contrastare la povertà, l’esclusione sociale e la diseguaglianza. Evoluzione del vecchio Reddito di Cittadinanza, Mia si rivolge a tutti residenti in Italia da almeno 5 anni, ai non occupabili e agli occupabili. Questi ultimi avranno il diritto di percepire un’indennità di 375 euro mensili per un anno, revocata anche con un solo rifiuto a un’offerta di lavoro congrua.
I non occupabili, ovvero quelle famiglie composte da almeno un minorenne, un anziano over 60 oppure un disabile, percepiranno un sussidio pari a 500 euro mensili per un anno. Ad oggi, però, non è stata ancora definita la quota aggiuntiva per il pagamento dell’affitto (che attualmente ammonta a 280 euro mensili). Con molte probabilità, la cifra potrebbe subire dei grandi cambiamenti ed essere rimodulata in base al numero di persone che compongono un nucleo familiare. Pare, addirittura, che possa sparire per gli occupabili.
Quando entrerà in vigore Mia
Mia entrerà in vigore il 1° settembre 2023, quando cioè scadrà l’ultima proroga del Reddito di Cittadinanza. Avranno diritto a fare domanda tutti coloro che hanno un Isee pari a 7.200 euro annuali (un’ulteriore sforbiciata rispetto agli attuali 9.360 euro). L’obiettivo, ovviamente, è di scoraggiare il ricorso al sussidio, autorizzandolo solo ai più bisognosi, e incentivare invece il lavoro.
Chi potrebbe perdere il diritto al sussidio?
Potranno fare domanda i residenti in Italia da almeno 5 anni, in età compresa tra i 18 e i 60 anni. Il sussidio è rivolto ai non occupabili e ai giovani senza lavoro ma occupabili. Verrà corretta la scala di equivalenza, adeguata al numero di componenti del nucleo familiare in modo da fornire una corretta assistenza.
Mia non potrà essere richiesta a ripetizione dalle platee con soggetti occupabili: scaduti i 12 mesi la domandina potrà essere presentata dopo sei mesi e dopo un anno e mezzo dalla seconda. Per le famiglie composte da non occupabili, invece, la prestazione potrà essere richiesta dopo un mese.
La domanda per la Misura di inclusione attiva va presentata per via telematica. Dopo le dovute verifiche, i non occupabili verranno indirizzati ai Comuni di appartenenza per i percorsi di inclusione sociale. Gli occupabili, invece, verranno contattati dai centri per l’impiego, per la sottoscrizione del patto per il lavoro. In questo percorso, verranno coinvolte anche le agenzie del lavoro a cui spetterà un incentivo per ogni occupabile inserito nel mondo del lavoro, anche con contratto determinato, purché superiore a trenta giorni.
Il diritto al sussidio verrà revocato nel caso in cui non verranno rispettati i requisiti previsti dalla legge a seguito dei dovuti controlli oppure verrà rifiutata la prima offerta di lavoro congrua. Ma cosa si intende per offerta congrua? Una proposta in linea con la profilazione della persona occupabile, la cui sede di lavoro rientra all’interno della Provincia di residenza oppure è confinante.
Mia: limiti di cumulo del reddito
Per scoraggiare i furbetti percettori del sussidio e che in contemporanea lavorano in nero è stata introdotta, contestualmente all’ultima Legge di Bilancio, una nuova norma. I titolari di Mia, infatti, potranno accumulare redditi da lavoro stagionale o intermittente fino a un massimo di 3.000 euro l’anno, superati i quali l’erogazione del sussidio verrà sospesa fino alla durata della prestazione lavorativa e riattivata solo in un secondo momento. Questa novità è estesa a tutti i tipi di lavoro dipendente.
La misura è stata resa necessaria dati i numerosi casi di truffe ai danni dello Stato nel corso degli ultimi anni.
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